La comune fede supera la distanza tra le persone: non è mai stato più vero che in questi tempi e forse anche mai dimenticato come oggigiorno. Caduto nell’oblio è anche il fine della fede: la vita eterna, che ha inizio fin dal battesimo.
Ma la fedecomincia veramente con il battesimo? Solitamente sono i neonati a essere battezzati e, rispetto alla vita spirituale, tanti rimangono dei bambinetti. Sorge allora la domanda: come inizia e come cresce la fede?
Agostino risponde che la fede ha inizio con la grazia, un dono gratuito che viene accolto con l’assenso volontario e con l’intelletto, e cresce con gli atti della volontà e l’intellectus fidei, la comprensione più profonda. Ma non basta il credere nel contenuto, non basta il «credo»; è indispensabile arrivare a un livello più alto, il credere nella persona: «credo in te», Padre, Figlio e Spirito Santo. Portiamo infatti l’impronta delle tre Persone divine in noi, il Dio trino che è «più interiore della mia intimità e più elevato della mia sommità» (Confessiones III, 6, 11).
C’è dunque un aspetto particolare della fede, essa è una relazione fiduciosa. Questa dimensione appare già in uno dei testi più ripetuti del popolo eletto, lo shemà Israel (Dt 6,4-9), che enfatizza il forte rapporto tra il popolo e il suo Dio, un rapporto che richiede di dare tutto a Dio senza limiti, di fidarsi incondizionatamente del Signore, e che allo stesso tempo sa di ricevere tutto da Lui.
La fede quindi è risposta incondizionata a una chiamata: c’è un’iniziativa previa da parte di Dio. È Lui che stabilisce il rapporto e chiama all’obbedienza della fede, obbedienza che necessita una risposta da dare con atti volontari e concreti.
Certo, spesso non riusciamo a rispondere in maniera totalmente incondizionata poiché non siamo perfetti, e lo sappiamo pure. Ma il cammino della santità, non dobbiamo affrontarlo da soli. È il Paraclito che ci darà l’aiuto. Lo stesso Doctor Gratiae ci ricorda che il primo nome dello Spirito di Dio è «dono». Per Dio niente è impossibile (Lc 1,37). Uno dei modi in cui Egli ci sostiene è tramite la fede degli altri. Persino figure come san Leone Magno hanno confessato che la fede dei credenti li abbia corroborati. Non a caso, il Sacerdote nella Santa Messa, dopo il Padre Nostro, prega «non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua chiesa».
Chiediamo allora al Signore il dono della crescita e della perseveranza nella fede. In questi giorni di pandemia diventa sempre più chiaro che la vita senza la speranza della fede perde la gioia e il senso, ma soprattutto perde il fine, che è la vita eterna che comincia già con la fede, infusa in noi da Dio nel battesimo.
di Fra Kilian Deppisch fso