La libertà e la fedeltà di Mardocheo, giudeo che si rifiuta di prostrarsi davanti ad Aman, e il coraggio di Ester: questi gli elementi che contraddistinguono i due personaggi, ma non solo.
Si profila un destino tragico per il popolo d’Israele, eppure Mardocheo compie una lettura provvidenziale della storia: «chi sa che tu non sia stata elevata a regina proprio in previsione d’una circostanza come questa?» (Ester 4,14b). La domanda di Mardocheo pone Ester di fronte alla realtà: tu, io, tutti noi siamo qui ora per un progetto grande che forse non riusciamo a vedere ma c’è.
Ester digiuna, fa penitenza e supplica Dio: «Mio Signore, nostro re, tu sei l’unico! […]
Metti nella mia bocca una parola ben misurata di fronte al leone e volgi il suo cuore all’odio contro colui che ci combatte, allo sterminio di lui e di coloro che sono d’accordo con lui. Quanto a noi, salvaci con la tua mano e vieni in mio aiuto, perché sono sola e non ho altri che te, Signore!» (Ester 4, 17l. 17s-17t).
Solo dal momento in cui si affida totalmente al Signore, Ester è forte. Mostra di avere grande libertà interiore, rischia perfino la vita. È cosciente della sua grande responsabilità: non agire significherebbe la morte di tutti i giudei. È coraggiosa la regina Ester e così diventa strumento di salvezza per l’intero popolo. Davvero le sorti si sono rovesciate!
Forse anche noi, al nostro posto, compiendo il nostro dovere quotidiano, possiamo essere strumento di salvezza per qualcuno. Anche oggi c’è un progetto di bene e c’è la nostra libertà: sta a noi rovesciare le sorti.
di Alessandra Amato